segunda-feira, 22 de abril de 2013

Delle Omelie del B. John Henry Newman, sacerdote

 “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Mt 9,36)... Le pecore sono disperse perché non c'era un pastore... Così era il mondo intero quando Cristo è venuto nella sua infinita misericordia “per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52). E se per un momento sono state lasciate di nuovo senza guida, quando il buon pastore lottando col nemico ha dato la vita per le sue pecore – secondo la profezia: “Percuoti il pastore e sia disperso il gregge” (Zc 13,7) – presto tuttavia è risuscitato dai morti per vivere per sempre, secondo l'altra profezia: “Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come fa un pastore con il gregge” (Ger 31,10).

    Come dice lui stesso nella parabola che ci propone, “egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”. Così, il giorno della risurrezione ha chiamato per nome Maria che piangeva (Gv 20,16), ed ella si è voltata ed ha riconosciuto dalla voce colui che non aveva riconosciuto con gli occhi. Ugualmente, ha detto a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”, ed ha aggiunto: “Seguimi” (Gv 21, 15.19). E ancora, lui e l'angelo hanno detto alle donne: “vi precede in Galilea”; “andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28,7.10). Da allora il buon pastore, che al posto delle pecore è morto perché esse possano vivere per sempre, le precede ed esse “seguono l'Agnello dovunque va” (Ap 14,4).
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