Il Signore Gesù, risorto
da morte, si fa incontro a due suoi discepoli lungo la via e trova che
parlano fra loro degli ultimi avvenimenti. Dice loro: “Che significano
questi discorsi fra voi che vi rendono così tristi?”.
Questo
racconto ci dà una grande lezione, se la sappiamo comprendere. Gesù
appare: i discepoli lo vedevano con gli occhi, ma senza riconoscerlo. Il
Maestro camminava con loro per via, anzi egli stesso era la via (Gv
14,6), ma loro non camminavano per quella via. Egli stesso dovette
constatare che erano andati fuori della via. Nel tempo trascorso con
loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che
avrebbe patito, che sarebbe morto, che il terzo giorno sarebbe risorto.
Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di
memoria...
Dicono: “Noi speravamo che egli fosse il redentore
d'Israele”. O discepoli, l'avevate sperato. Vuol dire che adesso non lo
sperate più? Ecco, Cristo vive, ma in voi la speranza è morta? Sì,
Cristo è veramente vivo; ma questo Cristo vivo trova morti i cuori dei
discepoli. Appare ai loro occhi, ma essi non lo riconoscono; era
visibile e insieme nascosto... Camminava per via come un compagno di
viaggio, anzi era lui che li conduceva. Quindi lo vedevano, ma non erano
in grado di riconoscerlo poiché “i loro occhi – dice il testo - erano
impediti dal riconoscerlo”... L'assenza del Signore non è assenza. Abbi
fede, e colui che non vedi è con te.
in evangelhoquotidiano.org